Di piccioni domestici si parla nella Genesi, nel Levitico ed in Isaia.(357) Plinio(358) ci fa sapere, che al tempo dei Romani i piccioni si vendevano a prezzi esorbitanti, e che si teneva conto della loro genealogia e della loro razza. Nell'India, nel 1600, al tempo d'Akber-Khan, i piccioni erano assai apprezzati; la corte teneva venti mila di questi uccelli, e i mercanti vi apportavano delle collezioni di gran valore. I monarchi d'Iran e di Turan gli mandarono delle razze assai rare, e lo storico della corte aggiunge: "Sua Maestà le aveva perfezionate in modo sorprendente coll'incrociamento che prima non era mai stato praticato".(359) Akber-Khan ne possedeva diciassette specie distinte, di cui alcune erano tenute in gran conto solamente per la loro bellezza. Intorno a quest'epoca, verso il 1600, secondo Aldrovandi, gli Olandesi erano così appassionati pei piccioni, quanto lo erano stati gli antichi Romani. Le razze che nel secolo XV tenevansi in Europa e nell'India differivano certamente fra loro. Tavernier, nel suo viaggio verso il 1677, e Chardin nel 1735, parlano del grande numero di colombaie esistenti in Persia, ed il primo asserisce che essendo proibito ai cristiani di tenere piccioni, molti del volgo si fecero maomettani a questo solo scopo. L'imperatore del Marocco, così dice il Moore in un suo trattato del 1737, aveva il suo custode favorito pei piccioni. Dal tempo di Willughby (1678) fino al presente, furono pubblicati in Inghilterra, come in Germania ed in Francia, moltissimi trattati sui piccioni.
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