Le razze per qualche tempo potranno essere state neglette, ed essersi alterate; ma avranno conservato in parte i loro caratteri, ed in seguito, ritornando in moda, esse possono essere ricondotte ad un grado di perfezione molto superiore di quello del loro tipo precedente, com'è recentemente avvenuto alla razza polacca. Una razza interamente abbandonata scompare spesso e si estingue, come fu il caso di una delle sottorazze polacche. Quando nel corso dei secoli passati è nato un uccello offrendo qualche punto anormale nella conformazione, come un ciuffetto d'allodola sopra la testa, è probabile che sarà stato conservato in virtù di questa passione per la novità, che ha, per esempio, condotto qualcuno a produrre e allevare in Inghilterra delle razze senza coda, o degli uccelli arricciati nell'India. Simili anomalie si sono in seguito conservate colla maggior cura, come indizio della purezza e bontà della razza; è secondo questo principio che diciotto secoli fa i Romani apprezzavano nei loro polli un quinto dito e i lobi auricolari bianchi.
Così la comparsa accidentale dei caratteri anormali sebbene leggieri al principio, gli effetti dell'uso e del non-uso, forse quelli dell'influenza del clima e del nutrimento, la correlazione dello sviluppo, il ritorno occasionale verso gli antichi caratteri da lungo tempo perduti, gli incrociamenti delle razze quando se n'è già formato un certo numero, ma soprattutto una scelta inconsapevole continuata per lunga serie di generazioni, sono altrettante circostanze che, a mio avviso, tolgono tutte le difficoltà che sembrano opporsi ad ammettere l'opinione che tutte le razze discendano da un ceppo primitivo unico.
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