Sebbene l'oca domestica differisca indubbiamente da tutte le specie selvatiche conosciute, essa nullameno fu soggetta ad un numero di variazioni molto minore, che non la maggior parte degli altri animali domestici; la qual cosa si spiega col fatto che la elezione le fu poco applicata. Moltissimi uccelli che offrono numerose razze distinte sono tenuti quali ornamenti o per capriccio; ciò che non avviene mai dell'oca, il cui nome stesso, in più di una lingua, è appellativo di spregio. Nell'oca si apprezzano la statura, il sapore e la fecondità; la candidezza delle penne le accresce valore; gli è su codesti punti ch'ella differisce dalla sua forma stipite, ed ai quali sovratutto fu applicata la elezione. Già anticamente i buongustai romani stimavano il fegato dell'oca bianca, e Pietro Belon,(478) nel 1555, ne menziona due varietà, l'una delle quali era più grande, più feconda e d'un colore più bello che l'altra; ei nota espressamente che i buoni allevatori ponevano molta attenzione al colorito dei giovani uccelli, per determinare quali fossero da scegliere e da conservare per la riproduzione.
IL PAVONE
Questo uccello è pur uno di quelli che non soffrirono quasi alcuna modificazione sotto l'influenza della domesticità, ove si voglia eccettuarne il colore, perocchè ve ne abbiano di bianchi e di picchiettati. Il Waterhouse, che confrontò accuratamente la pelle dell'uccello indiano selvatico con quella della razza domestica, trovolle identiche: solo il piumaggio di questa è alquanto più folto.
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Pietro Belon Waterhouse
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