Ho esposto brevemente queste opinioni per far comprendere a quelli che non si sono mai occupati di siffatti argomenti, come questi siano imbarazzanti e dubbiosi. Egli è dunque del tutto inutile d'entrare dettagliatamente nelle differenze che si incontrano tra le varie forme. Oltre la difficoltà, che sempre si ripete, di giudicare se una forma trovata selvaggia sia la vera forma originaria, o sia una pianta di seme sfuggita, v'ha anche questa, che cioè molte delle forme, che devono considerarsi come varietà, trasmettono per semi intatti i loro caratteri ai discendenti. Gli aranci amari e dolci non differiscono per altri caratteri che pel sapore dei frutti; ma il Gallesio(647) asserisce con insistenza che ambedue le sorta si possono allevare da semi con assoluta certezza, e, conseguente al suo principio, le ritiene due specie distinte; ciò che fa ancora pei mandorli dolci ed amari, per le pesche, le pesche-mandorle, ecc. Ma egli ammette che il pino a guscio tenero produca per semi non solo piante a guscio tenero, ma anche piante a guscio duro; da che risulterebbe, secondo il suo modo di vedere, che un po' più di forza nell'ereditabilità sarebbe sufficiente per elevare il pino a guscio tenero al grado di una specie originariamente creata. L'asserzione di Macfayden,(648) che alla Giamaica i semi dell'arancio dolce producono degli aranci dolci od amari a seconda del suolo nel quale si sono seminati, è probabilmente erronea, perchè rilevo dal De Candolle che egli, dopo la pubblicazione del suo grande lavoro, ricevette dalla Guiana, dalle Antille e dall'isola di Maurizio delle notizie, le quali affermano che in queste località l'arancio dolce trasmette ai discendenti rigorosamente i suoi caratteri.
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