Siccome le fragole americane s'incrociano tanto ampiamente e spontaneamente; non tarderanno a confondersi in modo inestricabile. Già adesso gli orticoltori non sono più d'accordo sul gruppo cui affigliare un certo numero di varietà, ed un autore dice, nel Bon Jardinier del 1840, che altra volta si potevano tutte classificare in alcuna delle specie conosciute, ma che ciò è ora diventato impossibile per le forme americane, avendo le nuove varietà inglesi colmato perfettamente tutte le lacune che esistevano tra di esse.(740) Noi vediamo dunque attualmente succedere nelle nostre fragole la intima fusione di due o più forme primitive, fatto che, come abbiamo tutta la ragione di credere, ha avuto luogo in molte delle nostre produzioni anticamente coltivate.
Le specie coltivate presentano delle variazioni degne di menzione. La varietà Principe nero, prodotta dal seme della Imperial Keen (quest'ultima fu alla sua volta prodotta dal seme di una fragola bianca, la Carolina bianca), è rimarchevole "pella sua superficie particolarmente oscura e polita, e pell'aspetto che è diverso da quello di tutte le altre".(741) Mentre nelle diverse varietà il frutto differisce molto nella forma, grandezza, colore e qualità, il così detto seme (che corrisponde all'intero frutto del pruno), se si prescinde che trovasi ora più ed ora meno profondamente immerso nella polpa, è, secondo il De Jonghe,(742) identico in tutte le varietà, ciò che si può spiegare col fatto che esso, non avendo alcun valore, non fu punto soggetto alla elezione.
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