È curioso che in tutte le varietà a fusto nano (p. 31) le foglie si somigliano assai nella forma.
I naturalisti che ammettono l'immutabilità delle specie sostengono spesso, che anche nelle forme più variabili i caratteri ch'essi ritengono come aventi un valore specifico sono immutabili. Ecco un esempio tratto da un autore coscienzioso,(772) che, appoggiandosi sui lavori del Naudin, disse a proposito delle specie di Cucurbita: "au milieu de toutes les variations du fruit, les tiges, les feuilles, les calices, les corolles, les étamines restent invariables dans chacune d'elles". Però, descrivendo la C. pepo, ecco cosa ne dice Naudin (p. 30): "Ici, d'ailleurs, ce ne sont pas seulement les fruits qui varient, c'est aussi le feuillage et tout le port de la plante. Néanmoins, je crois qu'on la distinguera toujours facilement des deux autres espèces, si l'on veut ne pas perdre de vue les caractères différentiels que je m'efforce de faire ressortir. Ces caractères sont quelquefois peu marqués: il arrive même que plusieurs d'entre eux s'effacent presque entièrement, mais il en reste toujours quelques-uns qui remettent l'observateur sur la voie". L'impressione che può produrre sul nostro spirito, quanto all'immutabilità della specie, questo passaggio di Naudin, è certo ben diverso da quello che ne deriva dall'affermazione su citata del Godron.
Farò ancora un'osservazione. I naturalisti affermano sempre che un carattere importante non varia; ma essi cadono così, senza saperlo, in un circolo vizioso; perchè se un organo, qualunque esso sia, varia molto, lo si considera come poco importante, ciò che è esatto dal punto di vista sistematico.
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