Il genere Rosa è uno dei più difficili, e sebbene alcune delle forme suddette sieno considerate da tutti i botanici come specie distinte, ve ne hanno di dubbie; così, nelle forme inglesi, il Babington ne ammette diciassette specie, ed il Bentham soltanto cinque. Gli ibridi di alcune delle forme le più distinte, per esempio, quelli della R. indica, fecondati col polline della R. centifolia, producono abbondantemente seme; fatto che, con quelli che seguono, tolgo dal lavoro del Rivers.(810) La maggior parte delle forme originali importate da diversi paesi essendo state incrociate e retro-incrociate, non è sorprendente, come lo fa osservare il Targioni-Tozzetti a proposito delle rose comuni nei giardini d'Italia, che v'abbia molta incertezza sulla patria e sulle forme precise dei tipi selvatici della maggior parte di esse.(811) Il Rivers, nullameno, parlando della R. indica, crede che un'attenta osservazione permetta di riconoscere i discendenti di ciascun gruppo (pag. 68). Lo stesso autore ritiene ancora che le rose abbiano subìto qualche incrociamento, ma è evidente che, nella maggior parte dei casi, le differenze dovute alla variazione ed all'ibridismo non possono essere distinte con certezza.
Le specie hanno variato tanto per semi che per gemme, ed io avrò nel capitolo seguente l'occasione di provare, con qualche diffusione, che le variazioni per gemme possono essere propagate non solo per innesto ed inoculazione, ma anche spesso per semi. Tutte le volte che apparisce una nuova rosa con qualche carattere particolare, in qualunque modo essa sia prodotta, il Rivers (p. 4) si attende, purchè dia semi, che essa diventi lo stipite d'un nuovo tipo.
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