In ambedue, come il professore Caspary ed io abbiamo visto, gli ovuli erano ben sviluppati, mentre molti grani di polline erano deformi, e la proporzione dei cattivi saliva a non meno di 84,8 per cento nel primo ibrido, ed a 20,3 per cento nel secondo. Questa condizione insolita degli elementi riproduttori maschili e femminili del C. Adami fu invocata dal prof. Caspary come un argomento contro l'opinione che questa pianta sia un ibrido ordinario proveniente da semi; ma non dobbiamo dimenticare che negli ibridi gli ovuli non furono sì spesso osservati come il polline, e che quelli possono essere imperfetti più spesso che non si creda. Il dott. Bornet d'Antibes, per mezzo di J. Traherne Moggridge, mi dice che nei Cisti ibridi l'ovario è spesso deforme, talvolta mancano gli ovuli, in altri casi sono inetti ad essere fecondati.
Furono proposte molte teorie per spiegare l'origine del C. Adami e le trasformazioni a cui va soggetto. Qualche autore ha tutto attribuito ad una semplice variazione delle gemme, ma si può fin da principio rifiutare questa idea, sia per le grandi differenze che esistono fra il C. laburnum e purpureus, che sono due specie naturali, sia ancora per la sterilità delle forme intermedie. Noi vedremo ben presto che nelle piante ibride due embrioni diversi possono svilupparsi in un medesimo seme e unirsi insieme, si è supposto che tale fosse l'origine del C. Adami. Molti botanici sostengono che il C. Adami sia un ibrido prodotto per la via ordinaria dei semi, il quale poi, mediante gemme, fece ritorno alle sue due forme stipiti.
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