I tuberi prodotti da questi ibridi erano intermedi nel colore e nella forma; ed alcuno, somigliante nella forma alla marza, cioè alla varietà messicana, aveva gli occhi profondamente inserti e della stessa forma come la patata innestata, ossia la nera reniforme.
Chiunque voglia prendere in attenta osservazione il sommario ora esposto degli sperimenti fatti da molti autori in località diverse, sarà convinto, io credo, che innestando due varietà di patate insieme in varie guise, si possano produrre delle piante ibride. Si osservi che parecchi degli sperimentatori erano orticultori di scienza, altri coltivatori di patate su larga scala, i quali, sebbene prima ne dubitassero, furono pienamente convinti della possibilità, e perfino della facilità, di produrre degli ibridi d'innesto. L'unico modo di sfuggire a questa conclusione si è di attribuire i vari casi sopra riferiti ad una semplice variazione delle gemme. È fuor di dubbio che la patata, come abbiamo visto in questo capitolo, varia talvolta, ma non di frequente, per gemme; ma devesi particolarmente notare che furono degli abili coltivatori di patate, che si occupano a cercare nuove varietà, che espressero la loro altissima sorpresa intorno al numero delle nuove forme prodotte colla ibridizzazione d'innesto. Si potrebbe arguire che sia solamente l'operazione dell'innesto, e non l'unione di due sorta, che determini sì straordinaria somma di variazione per gemme; ma a queste obbiezioni può subito rispondersi col fatto che le patate si propagano generalmente col tagliare i tuberi in pezzi, e che la sola differenza nel caso degli ibridi d'innesto si è che si pone una metà, od un segmento minore, o un cilindro in stretta opposizione col tessuto di un'altra varietà. Tuttavia, in due casi, furono innestati insieme i giovani steli, e le piante così unite diedero lo stesso risultato, come se fossero stati uniti i tuberi.
| |
|