Il Sabine(971) racconta di aver visto alterarsi la forma quasi globosa del frutto di Amaryllis vittata per l'azione del polline di una specie diversa, il cui frutto è angoloso. Un botanico molto conosciuto, il Maximowicz, ha descritto in dettaglio i risultati stringenti della reciproca fecondazione, di una specie cioè col polline dell'altra e viceversa, nel Lilium bulbiferum e davuricum, genere affine al precedente. Cadauna specie produsse dei frutti non simili ai propri, ma quasi identici a quelli della specie producente il polline; sfortunatamente furono esaminati con cura solo i frutti di quest'ultima specie; i semi erano intermedi nello sviluppo delle loro ali.(972)
Fritz Müller ha fecondato la Cattleya Leopoldi col polline di Epidendron cinnabarinum, e le capsule ebbero assai pochi semi, i quali però offersero un aspetto assai singolare, che da due botanici, i quali ne diedero la descrizione, Hildebrand e Maximowicz, fu attribuito alla diretta azione del polline di Epidendron.(973)
J. Anderson Henry(974) ha fecondato il Rhododendron Dalhousiae col polline del R. Nuttallii che è una delle specie del genere a fiori grandi e belli. La più grande siliqua prodotta dalla prima specie, se fecondata col suo proprio polline, misurava 1 1/4 di pollice in lunghezza, e 1 1/2 di circonferenza, mentre invece tre silique che erano state fecondate col polline del R. Nuttallii, misuravano 1 5/8 di pollice di lunghezza, e 2 pollici di circonferenza. In questo caso noi vediamo che l'azione del polline straniero pareva essersi limitata ad aumentare le dimensioni dell'ovario; ma, come lo mostra il caso seguente, dobbiamo essere cauti nell'asserire che l'aumento di grossezza sia stato direttamente trasmesso dal maschio alla capsula della pianta femmina.
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