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      Si è già notato che alcuni pomi e peri che nascono da semi, somigliano generalmente, senza essere tuttavia identici, agli alberi selvatici, da cui discendono. Nei nostri campi di rape(1060) e carote, certe piante fioriscono troppo presto e le loro radici si trovano ordinariamente dure e filamentose, come nella specie da cui discendono. Coll'aiuto di un po' di elezione, proseguita per parecchie generazioni, si ridurrebbe probabilmente la maggior parte delle nostre piante coltivate ad uno stato selvaggio o quasi, senza variare molto le condizioni esterne. Il Buckman ha realizzato questo nella pastinaca,(1061) ed Hewett e C. Watson mi informano, che avendo per tre generazioni scelto in una varietà delle meno modificate di cavoli, il cavolo scozzese, gli individui più divergenti, ottennero, alla terza generazione, alcune piante assai simili alle forme che si trovano in Inghilterra intorno agli antichi muri e che si considerano come indigene.
     
      RIVERSIONE NEGLI ANIMALI E NELLE PIANTE CHE RITORNARONO ALLO STATO SELVAGGIO
     
      Nei casi riferiti fin qui, gli animali e le piante che presentarono caratteri atavici non erano stati esposti a cangiamenti bruschi e considerevoli delle condizioni esterne, ma non è lo stesso in quelli ritornati allo stato selvaggio. Parecchi autori hanno spesso ripetuto nel modo più positivo, che gli animali e le piante, ritornati allo stato di natura, fanno ritorno invariabilmente al loro tipo primitivo. Questa opinione riposa su esperimenti molto insignificanti. Un gran numero dei nostri animali terrestri non potrebbero punto sussistere allo stato selvaggio; così, le varietà più perfezionate di colombi sarebbero incapaci di cercare da sè il loro nutrimento nei campi.


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Variazione degli animali e delle piante allo stato domestico
di Charles Darwin
Utet
1876 pagine 1426

   





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