- L'eredità limitata dal sesso. - Caratteri di recente acquistati dalle nostre razze domestiche, alcune volte trasmessi, altre volte perduti da un sol sesso. - Ereditabilità ad epoche corrispondenti della vita. - Importanza di questo principio dal lato embriologico; dimostrato sugli animali domestici; per la comparsa e sparizione di malattie ereditarie, e loro comparsa nel figlio più presto che nei genitori. - Conclusione dei tre capitoli precedenti.
Dopo avere, nei due precedenti capitoli, parlato della natura e potenza della ereditabilità, delle circostanze che possono modificarla, e della tendenza alla riversione colle sue accidentalità rimarchevoli, tratterò ora di alcuni altri fenomeni affini, per quanto lo consentano i materiali di cui dispongo.
COSTANZA DEI CARATTERI
È generalmente invalsa, tra gli allevatori, l'opinione che più un carattere fu trasmesso a lungo in una razza, più costantemente sarà trasmesso. Io non voglio discutere intorno alla verità della tesi che l'eredità guadagni forza semplicemente per una continuata esistenza, ma io dubito che la si possa provare. Da un lato, l'idea è evidente per se stessa, perchè se un carattere rimase costante per un gran numero di generazioni, è chiaro che vi sarà ben poca probabilità che, le condizioni esterne rimanendo le stesse, esso varii nella seguente generazione. Se inoltre nel migliorare una razza, si tolgono, per un tempo assai lungo, diligentemente tutti gli individui inferiori, la razza tenderà evidentemente a fissarsi, non essendo stata, per un gran numero di generazioni, incrociata con alcun animale di qualità inferiore.
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