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      RIASSUNTO DEI TRE CAPITOLI PRECEDENTI
     
      Qualunque sia la potenza dell'eredità, essa permette nondimeno la comparsa incessante di caratteri nuovi. Questi, sieno vantaggiosi o di danno; insignificanti, come una sfumatura di colore in un fiore, una ciocca di capelli colorata od un semplice atteggiamento, oppure della più alta importanza, come quando interessano il cervello od un organo tanto perfetto e completo quanto l'occhio; siano tanto serii per meritare la qualificazione di mostruosità, o tanto eccezionali da non riconoscerli normalmente in alcun membro dello stesso gruppo naturale: essi sono tutti fortemente ereditari nell'uomo, negli animali inferiori e nelle piante. Basta spesso perchè una particolarità sia ereditaria, ch'essa si trovi in un solo ascendente. Le disuguaglianze delle due parti del corpo sono trasmissibili, sebbene contrarie alla legge di simmetria. Anche le mutilazioni e gli effetti degli accidenti sono spesso ereditari, sopratutto allorquando essi sono accompagnati da malattia; può essere anche che non lo siano che in questo ultimo caso. Gli effetti molesti risultanti da condizioni nocive, alle quali l'ascendente può essere stato esposto per lungo tempo, possono essere trasmessi ai suoi prodotti; è la stessa cosa, come lo vedremo in seguito, degli effetti dell'uso o della mancanza d'uso degli organi, e delle disposizioni mentali. Le abitudini periodiche sono egualmente ereditarie, ma esse, a quanto pare, si trasmettono con poca forza.
      Noi siamo dunque condotti a riguardare l'eredità come la regola, e la mancanza d'eredità come l'eccezione.


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Variazione degli animali e delle piante allo stato domestico
di Charles Darwin
Utet
1876 pagine 1426