Sappiamo che un grande numero di specie, dopo di avere conservato uno stesso carattere per secoli, mentre vivevano nelle loro condizioni naturali, variarono nello stato domestico nella maniera più diversa, cioè cessarono di trasmettere la loro forma primitiva, in guisa che nessun carattere sembra doversi riguardare come assolutamente fisso. Noi possiamo alcune volte spiegare la mancanza di eredità colla opposizione delle circostanze esterne allo sviluppo di alcuni caratteri; e, più spesso, come nel caso delle piante propagate per innesto ed inoculazione, colle nuove ed incessanti modificazioni provocate dalle stesse condizioni esterne. Non vi ha dunque, in tali casi, assoluta mancanza di eredità, ma sopraggiungono di continuo caratteri nuovi. In alcuni altri pochi casi, dove i due genitori presentano gli stessi caratteri, l'eredità sembra, per l'azione combinata dei due genitori, giungere ad una potenza tale, che agisce contro se stessa, e ne risulta una nuova modificazione.
V'hanno dei casi in cui i genitori non trasmettono il loro tipo ai discendenti, perchè la razza fu in tempi anteriori incrociata; il prodotto terrà allora del suo avolo o dell'antenato più antico, di sangue straniero. In altri, dove non ebbero luogo incrociamenti nella razza, ma dove un antico carattere fu perduto per variazione, questo può ricomparire per riversione, così che i genitori mancano apparentemente di trasmettere la loro propria somiglianza. Noi possiamo per altro ammettere con sicurezza, che il figlio riceve tutti i caratteri dai suoi genitori, nei quali alcuni sono allo stato latente, come i caratteri secondari di un sesso lo sono nell'altro.
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