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      Ora nell'altea rosea, il polline, abbondantissimo, è maturo e viene versato prima che lo stigma del fiore sia pronto a riceverlo,(1225) e siccome le api coperte di polline vanno, senza posa, dall'uno all'altro fiore, pare che le varietà collocate dappresso non possano scappare all'incrociamento. Siccome però questo non succede mai, mi sembra probabile che il polline di ciascuna varietà abbia un'azione preponderante di fronte a quello di tutte le altre sullo stigma. Ma E. Turner di Slough, un abile orticultore, mi fa sapere, essere la doppiezza dei fiori che impedisce alle api l'accesso al polline ed agli stigmi, e che rende anche difficile l'incrociamento artificiale. Io non so se tale spiegazione possa rendere interamente conto del fatto che queste varietà, crescenti vicine le une alle altre, si propagano cotanto fedelmente col mezzo dei semi.
      I casi che seguono sono interessanti, perchè si riferiscono a forme monoiche, nelle quali la castrazione non è naturalmente necessaria. Girou de Buzareingues incrociò tre varietà (come egli le chiama) di zucche,(1226) ed assicura che la loro reciproca fecondazione è tanto meno facile, quanto più sono grandi le differenze che esse presentano. Io so bene quanto le forme di questo gruppo, fino a poco tempo fa, fossero imperfettamente conosciute, ma il Sageret,(1227) che le ordinò secondo la loro mutua fecondazione, considera le tre forme precitate come varietà, così come il Naudin.(1228) Il Sageret(1229) constatò che certi meloni hanno una tendenza più pronunciata, qualunque ne possa essere la causa, a mantenersi costanti che altri, e il Naudin, che ha tanta conoscenza di questo gruppo, mi informa che certe varietà s'incrociano assai più facilmente che altre della stessa specie; ma egli non ha dimostrato la verità di tale conclusione; lo abortire frequente del polline sotto il clima di Parigi costituisce una grande difficoltà. Nullameno egli allevò assieme, per sette anni, alcune forme di Citrullus, che si ritenevano varietà, poichè si potevano con facilità incrociare artificialmente, e davano dei prodotti fecondi; ma se queste forme non erano incrociate ad arte, si riproducevano fedelmente.


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Variazione degli animali e delle piante allo stato domestico
di Charles Darwin
Utet
1876 pagine 1426

   





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