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      I semi variano tanto nel numero, che è difficile farne la stima; ma paragonando intere aiuole di carote nei giardini o semenzai colle piante che crescono allo stato selvatico, le prime sembrano produrre presso a poco due volte più semi. I cavoli coltivati danno press'a poco tre volte più silique che i cavoli selvatici del mezzodì del paese di Galles. Lo asparago coltivato, paragonato alla pianta selvatica, fornisce un numero assai maggiore di bacche. È del resto evidente, che una grande quantità di piante coltivatissime, come i peri, gli ananas, i banani, le canne da zucchero, ecc., sono quasi tutte affatto sterili; ma io ritengo che bisogna attribuire il fatto ad un eccesso di nutrizione, e ad altre condizioni più naturali, punto sul quale avremo a ritornare.
     
      In alcuni casi, come nel maiale, coniglio, ecc., e nelle piante che si ricercano pel seme, è probabile che una elezione diretta degli individui i più fecondi abbia contribuito di molto all'accrescimento della loro fertilità; e in tutti i casi, tale accrescimento dovette essere un risultato indiretto della probabilità maggiore, per la quale i discendenti più numerosi degli individui più fecondi sopravvissero agli altri. Però nei gatti, furetti e cani, e nelle piante, come nelle carote, nei cavoli e negli asparagi, che non si ricercano punto pelle loro qualità prolifiche, la elezione non può avere avuto che una parte secondaria, e l'aumento della loro fecondità deve attribuirsi alle favorevoli condizioni di vita cui furono esposti.


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Variazione degli animali e delle piante allo stato domestico
di Charles Darwin
Utet
1876 pagine 1426

   





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