Si ha ragione di credere (ed è l'opinione di uno dei nostri osservatori più pratici, J. Sebright),(1239) che i cattivi effetti delle unioni consanguinee, possano essere diminuiti od anche tolti, separando per alcune generazioni, ed esponendo a differenti condizioni esterne, gli individui di parentela troppo stretta. Questa conclusione fu recentemente sostenuta da vari autori; ad esempio il Carr(1240) asserisce, essere un fatto ben conosciuto che il cambiamento del suolo e del clima produce un cambiamento quasi così grande nella costituzione, come l'infusione di nuovo sangue. Io spero di dimostrare in una opera futura, che la consanguineità per se stessa non ha alcuna azione, ma opera solamente perchè gli organismi consanguinei hanno in generale una simile costituzione, e furono quasi sempre esposti a simili condizioni di vita.
Molti hanno negato che dall'unione in qualche grado consanguinea scaturiscano degli effetti perniciosi; ma nessun allevatore pratico, ch'io sappia, favorisce questa opinione, e sopratutto nessuno di quelli che hanno allevato animali che si propagano rapidamente. Molti fisiologi attribuiscono i cattivi effetti più che tutto alla combinazione, ed all'aumento che n'è la conseguenza, delle tendenze morbose comuni a due genitori; e non è punto dubbioso che esista in ciò una potente causa del male. È sfortunatamente anche troppo noto che uomini ed animali domestici, dotati d'una debole costituzione, e aventi una disposizione morbosa fortemente ereditaria, sono capaci di procreare se non sono effettivamente malati.
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Sebright Carr
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