Fu chiaramente dimostrato dall'Huth, che nell'uomo non v'ha, più che negli animali sociali, un sentimento istintivo contro l'incesto. Noi sappiamo, come un pregiudizio o sentimento produca prontamente l'orrore, come nel caso degli Hindus a riguardo degli oggetti ritenuti impuri. Ma sebbene nel genere umano non sembra innato un sentimento contro l'incesto, è tuttavia probabile che l'uomo nei primi tempi sia stato maggiormente eccitato dalle donne straniere, che non da quelle, con cui visse abitualmente; nella stessa guisa che i cani da caccia, al dire del Cupples,(1267) preferiscono le femmine estranee, mentre le femmine preferiscono i maschi co' quali convissero. Se un tale sentimento è anticamente esistito nell'uomo, esso avrà condotto a preferire i matrimoni con uno stipite vicino, e sarà stato rafforzato dalla progenie di tali unioni, che sopravvisse in numero maggiore.
Se i matrimoni consanguinei, come sono permessi nelle nazioni civili, e che negli animali domestici non si considerano come razze troppo affini, producano dei danni, non sarà mai conosciuto con certezza, finchè non sarà fatta un'apposita statistica. Mio figlio, Giorgio Darwin, ha dato quanto al presente è possibile con una investigazione statistica,(1268) e giunse colle sue ricerche e quelle del Mitchell alla conclusione, che la prova di danni così causati è contrastabile, e che in ogni modo i danni sono assai leggeri.
UCCELLI. - Relativamente ai polli, noi siamo in grado di riunire un complesso di prove considerevole, che condannano le unioni consanguinee.
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