Si osserva una tendenza incipiente, e la continuata elezione completa il risultato. L'opinione che mi sembra la più probabile, e che collega insieme tutti i fatti precedenti e li sottomette al presente soggetto, si è che le condizioni di vita cambiate ed innaturali determinano dapprima una tendenza alla sterilità, e siccome per conseguenza gli organi riproduttivi non sono più oltre capaci di compiere le proprie funzioni, così affluisce una quantità di sostanza organica, che non è impiegata allo sviluppo del seme, sia verso gli stessi organi, rendendoli fogliacei, sia verso i frutti, il caule, i tuberi, ecc, ecc., accrescendone la grandezza e succosità. Ma è probabile che, indipendentemente da ogni incipiente sterilità, esista un antagonismo tra le due forme di riproduzione, quella cioè per semi e per gemme, quando una delle due sia spinta ad un grado estremo. Che la incipiente sterilità abbia una gran parte nella doppiezza dei fiori e negli altri casi su citati, lo desumo principalmente dai fatti seguenti. Se la fecondità si perde per una causa affatto diversa, cioè per l'ibridismo, manifestasi nei fiori, secondo il Gärtner,(1442) una forte tendenza alla doppiezza, e tale tendenza è ereditaria. È inoltre noto che negli ibridi gli organi maschili si fanno sterili prima dei femminili, e nei fiori doppi gli stami sono i primi a diventare fogliacei. Quest'ultimo fatto è evidente nei fiori maschili delle piante dioiche, le quali, secondo il Gallesio,(1443) sono le prime a farsi doppie.
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Gärtner Gallesio
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