A. Knight, nel 1799 ha pel primo fatto allusione a questa legge relativamente alle piante(1446); e poco dopo, il Kölreuter, il sagace osservatore, dopo aver mostrato come le Malvacee siano molto adatte per l'incrociamento, domanda: An id aliquid in recessu habeat, quod hujuscemodi flores nunquam proprio suo pulvere, sed semper eo aliarum suæ speciei impregnentur merito quæritur? Certe natura nil facit frustra. Benchč possiamo contestare l'asserzione del Kölreuter, che la natura non fa nulla invano, giacchč noi vediamo degli esseri organizzati conservare gli organi rudimentali ed inutili, tuttavia l'argomento delle innumerevoli combinazioni che tendono a favorire l'incrociamento d'individui distinti di una stessa specie č incontestabilmente di grande peso. La conseguenza pių importante di questa legge č l'uniformitā dei caratteri ch'essa tende di dare agli individui d'una stessa specie. In certi ermafroditi, che non s'incrociano probabilmente che a lunghi intervalli, e negli animali unisessuali che, abitando luoghi separati, non possono che occasionalmente incontrarsi ed appaiarsi, prevarranno infine il maggior vigore e la maggiore feconditā dei prodotti incrociati, e produrranno negli individui della stessa specie l'uniformitā del carattere. Ma se sorpassiamo i limiti della specie, il libero incrociamento č arrestato dalla sterilitā.
Se cerchiamo dei fatti per chiarire la causa dei buoni effetti che risultano dagli incrociamenti e degli inconvenienti che seguono la riproduzione consanguinea, noi abbiamo visto che, da una parte, l'opinione che i leggeri cangiamenti nelle condizioni esterne sono favorevoli agli animali ed alle piante č assai diffusa e vecchia; e sembrerebbe che, di maniera analoga, il germe fosse pių efficacemente stimolato dall'elemento maschile, allorchč quest'ultimo proviene da un individuo distinto, ed č conseguentemente un po' modificato nella sua natura, che quando proviene da un maschio avente una costituzione identica.
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