Secondo quest'opinione noi dobbiamo supporre che dapprima apparisse spontaneamente un'ombra di fecondità diminuita, come una qualsiasi altra modificazione, e cioè in certi individui di una specie, quando incrociavansi con altri individui della stessa specie; e che in seguito i gradi leggeri di sterilità si accumulassero lentamente perchè erano vantaggiosi. Ciò sembra tanto più probabile se ammettiamo che le differenze di struttura fra le forme delle piante dimorfe e trimorfe, come la lunghezza e curvatura del pistillo ecc., siano state coadattate a mezzo della elezione naturale; ciò ammettendo, difficilmente possiamo non estendere la stessa conclusione alla mutua infecondità. Oltre ciò la infecondità fu acquistata dall'elezione naturale ad altri e molto diversi fini, come negli insetti neutri in relazione alla loro economia sociale. Quanto alle piante, i fiori alla periferia del corimbo nel Viburnum opulus e quelli all'apice della spica nel Muscari comosum divennero al certo ed evidentemente sterili, affinchè gli insetti possano scoprire facilmente e visitare i fiori perfetti. Però se noi tentiamo di applicare il principio dell'elezione naturale all'acquisto della mutua sterilità nelle specie distinte, noi incontriamo delle grandi difficoltà. In primo luogo devesi osservare che regioni separate sono spesso abitate da gruppi di specie o da specie singole, le quali, accostate insieme ed incrociate, si mostrarono più o meno sterili. Ora non potrebbe al certo essere un vantaggio per siffatte specie separate il divenire mutuamente sterili, e quindi questo risultato non può essere prodotto dalla elezione naturale; ma si potrebbe forse concludere che mentre una specie fu resa sterile con una singola sua compatriota, la sterilità con altre specie siasi presentata come una necessaria conseguenza.
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Viburnum Muscari
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