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      In secondo luogo contrasta tanto con la teoria dell'elezione naturale, come con quella delle creazioni indipendenti il fatto che, negli incrociamenti reciproci, l'elemento maschile di una forma è affatto impotente sopra una seconda forma, mentre nello stesso tempo l'elemento maschile di questa forma è capace di fecondare quella; questo stato peculiare del sistema riproduttivo non può essere vantaggioso per alcuna delle due specie.
      Se noi consideriamo la probabilità, che l'elezione naturale abbia contribuito a rendere le specie reciprocamente sterili, si troverà una grande difficoltà nell'esistenza di molti gradini fra la fecondità leggermente diminuita e l'assoluta sterilità. Secondo il principio sopra esposto, è ammissibile che possa tornare utile per una specie incipiente di rendersi leggermente sterile nell'incrociamento colla forma genitrice o con qualche altra varietà; imperocchè si produrrebbero meno discendenti ibridi e deteriorati, i quali mescolerebbero il loro sangue colla nuova specie in via di formazione. Ma chi volesse meditare intorno ai gradini pei quali questo primo grado di sterilità possa essere aumentato dalla elezione naturale fino a quell'alto grado che possiedono sì numerose specie e che è generale nelle specie distinte genericamente o costituenti famiglie diverse, quegli troverebbe il soggetto straordinariamente complicato. Dopo lunga meditazione mi sembra che ciò non possa essere l'effetto della elezione naturale. Supponiamo il caso di due specie, le quali nell'incrociamento diano pochi e sterili discendenti; che cosa potrebbe qui favorire la sopravvivenza di quegli individui che a caso fossero dotati in grado leggero di una mutua sterilità e che così si avvicinassero per un piccolo passo alla assoluta sterilità? eppure un progresso di questo genere deve costantemente essere avvenuto in molte specie, se noi vogliamo applicarvi la teoria della elezione naturale; imperocchè un gran numero di esse sono mutuamente affatto infeconde.


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Variazione degli animali e delle piante allo stato domestico
di Charles Darwin
Utet
1876 pagine 1426