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      Noi arriviamo finalmente al punto che qui veramente è in discussione. Onde viene che, ad eccezione di poche piante, le varietà domestiche, come quelle del cane, del pollo, del piccione, di parecchi alberi fruttiferi e degli erbaggi, che nei caratteri esterni differiscono tra loro assai più di molte specie, sono nell'incrociamento perfettamente od anco eccessivamente feconde, mentre le specie affini sono quasi invariabilmente sterili in un certo grado? Fino ad un certo segno noi possiamo dare a questo quesito una risposta soddisfacente. Se prescindiamo dal fatto che la somma delle differenze esterne fra due specie non è un sicuro criterio del grado di mutua sterilità, per cui simili differenze non sono un giusto criterio nemmeno nelle varietà, noi sappiamo che nelle specie la causa riposa unicamente nelle differenze della costituzione sessuale. Ora le condizioni, cui furono esposti gli animali domestici e le piante coltivate, tesero sì poco a modificare il sistema riproduttivo in modo da determinare la sterilità reciproca, che noi abbiamo buone ragioni per sostenere l'opposta dottrina del Pallas, che cioè tali condizioni eliminano in generale questa tendenza. I discendenti domestici quindi delle specie che allo stato naturale sarebbero stati in un certo grado sterili nell'incrociamento, diventano fra loro perfettamente fecondi. Nelle piante la coltura è tanto lontana dal comunicar loro una tendenza alla mutua sterilità, che in parecchi casi bene constatati e già più volte citati, certe specie sono impressionate in modo assai diverso; poichè divennero impotenti da sè, mentre conservarono l'attitudine di fecondare specie distinte e di esser da queste fecondate.


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Variazione degli animali e delle piante allo stato domestico
di Charles Darwin
Utet
1876 pagine 1426

   





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