I Namaquas hanno una vera smania di possedere una muta di colore uniforme, e quasi tutti i popoli dell'Africa meridionale apprezzano, oltre le loro donne, i bovini più che ogni altra cosa, e vanno superbi di avere animali di grado superiore. Raramente o mai essi adoperano un bell'animale come animale da soma
(1506). Il discernimento dei selvaggi è ammirabile; essi sanno dire a quale stirpe appartenga un bovino. Inoltre l'Andersson m'assicura che gl'indigeni accoppiano spesso un toro particolare con una vacca particolare.
Il caso più interessante, a me noto, di elezione presso popoli semicivili od in generale presso popoli, è quello che espose Garcilazo de la Vega, discendente degli Incas, e che si riferisce al Perù prima che questo paese fosse soggetto agli Spagnuoli(1507). Gli Incas facevano ogni anno delle grandi caccie, in cui tutti gli animali selvaggi da un immenso contorno venivano cacciati verso un punto. Le fiere, come dannose, venivano uccise; i guanacos e vicunas si tosavano, e i vecchi maschi e le vecchie femmine si uccidevano, gli altri si lasciavano in libertà. Si esaminavano le diverse sorta di cervi; i vecchi maschi e le femmine vecchie si uccidevano pure, ma le femmine giovani si mettevano in libertà insieme con un certo numero di maschi scelti fra i più belli e più robusti. Noi abbiamo qui l'elezione dell'uomo che viene in aiuto della elezione naturale. Gli Incas seguivano dunque un sistema esattamente opposto a quello di cui si resero colpevoli i cacciatori scozzesi, i quali uccidevano i cervi più belli e in tal modo determinarono la degenerazione della intera razza(1508). Quanto ai lamas ed alpacas domestici, essi venivano al tempo degli Incas separati secondo il colore, e se per caso nasceva un individuo di falso colore, lo si trasportava in un altro gregge.
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