Noi possiamo rendere palesi gli effetti di una elezione e coltura lungamente continuate anche in un altro modo: chi, avendo buon senso, si aspetterebbe di ottenere una mela di prima qualità dal seme di un melo veramente selvaggio, od una pera dolce e morbida da un pero selvaggio? Il De Candolle mi dice di aver veduto recentemente in Roma sopra un mosaico antico la figura di un melone, e siccome i Romani, che erano buon gustai, tacciono su questo frutto, egli conchiude che il melone, dopo il periodo classico, sia stato assai migliorato.
Veniamo ai tempi più recenti. Buffon(1529), confrontando i fiori, frutti ed erbaggi, che allora si coltivavano, con alcuni disegni ben eseguiti, fatti centocinquant'anni indietro, è sorpreso del notevole miglioramento che aveano raggiunto. Egli osserva che quei fiori ed erbaggi antichi sarebbero respinti non solo da un fioricultore, ma anche da un giardiniere di villaggio. Dopo il tempo di Buffon il perfezionamento è progredito costantemente e con rapidità. Ogni fiorista, che confronta i fiori attuali con quelli illustrati in libri non molto antichi, è sorpreso del cambiamento. Un noto amatore(1530) parla delle varietà di Pelargonium che il Garth allevava avanti soli ventidue anni, e osserva: "Quale emozione non eccitano! Si diceva certamente che era raggiunta la perfezione, ed adesso nessuno guarderebbe i fiori di quel tempo. Perciò noi dobbiamo essere grati a coloro che avvisarono al da farsi, e lo fecero realmente". Il noto giardiniere Paul(1531), parlando dello stesso fiore, dice di essere rimasto sorpreso nella sua gioventù dei fiori illustrati nell'opera di Sweet; "ma che cosa sono essi riguardo alla bellezza in confronto ai pelargonii del dì d'oggi?
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