Secondo ciò che noi sappiamo della variabilità degli animali, e del metodo che molti impiegano allo scopo di perfezionare le loro greggie, accudendo gli uni principalmente ad un punto, mentre gli altri volgono il loro sguardo sopra un altro, ed altri ancora correggono gli eventuali difetti coll'incrociamento, ecc., noi possiamo tenere per fermo, che se potessimo vedere la lunga serie degli antenati di un veltro di primo ordine, fino al suo stipite simile ad un lupo, osserveremmo un infinito numero di finissime gradazioni, ora in un carattere, ora in un altro, conducenti tutte all'attuale tipo perfetto. Noi possiamo ritenere che anche la natura, nel suo grande cammino di perfezione e di sviluppo, sia progredita con passi piccoli e dubbi, come i precitati.
Un simile ragionamento è valevole tanto pei singoli organi, come per l'intera organizzazione. Recentemente un autore(1538) ha detto "non essere probabilmente una esagerazione il sostenere, che se si volesse perfezionare un organo com'è l'occhio, esso dovrebbe essere migliorato contemporaneamente in dieci modi diversi; e l'improbabilità che un organo complicato qualunque, siasi formato per tale via e giunto alla perfezione, essere di tale qualità e di tale grado, come se alcuno volesse comporre un poema o dare una dimostrazione matematica gettando delle lettere a caso sopra una tavola". Se l'occhio fosse stato modificato di repente e notevolmente, molte parti si sarebbero dovute cambiare allo stesso tempo, per rendere quell'organo atto al servizio.
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