Le varietà vanno così aumentando di numero, e la storia ci dimostra quanto questo numero sia cresciuto dai più antichi documenti in poi(1612). Di mano in mano che ciascuna nuova varietà viene formata, le precedenti, intermediarie ed inferiori, essendo trascurate, scompariranno. Se una razza di poco valore non è rappresentata che da un piccolo numero di individui, avviene inevitabilmente la di lei estinzione dopo un tempo più o meno lungo, sia in seguito a cause accidentali, sia in seguito agli effetti della riproduzione consanguinea, e la sua scomparsa, principalmente nei casi di razze ben definite, attira l'attenzione. L'apparsa o produzione d'una razza nuova è un processo lento che sfugge alla attenzione, ma la sua estinzione o distruzione essendo relativamente rapida, non di rado viene registrata e rimpianta quando è troppo tardi.
Alcuni autori hanno voluto stabilire una distinzione precisa fra le razze artificiali e le naturali. Queste ultime sono più uniformi nei caratteri, sono più antiche ed offrono qualche analogia colle specie naturali. Generalmente si trovano nei paesi poco civilizzati, nei quali con ogni probabilità furono largamente modificate dall'elezione naturale, e assai meno dall'elezione inconscia e metodica dell'uomo. Le condizioni fisiche del paese da loro abitato avranno agito direttamente e per lunghi periodi su loro. D'altra parte le razze dette artificiali non sono uniformi nei loro caratteri; alcune presentano delle particolarità semimostruose, come il pincio a gambe torte, che è sì utile per la caccia dei conigli(1613), poi il bassotto, la pecora d'ancon, il bue niata, le razze dei galli polacchi, i piccioni pavoni, ecc.
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