Tuttavia, se riflettiamo alle differenze individuali che esistono fra gli esseri organizzati allo stato di natura, come lo dimostra il fatto che ogni animale selvaggio riconosce la sua femmina, come alla diversità infinita delle numerose nostre varietà domestiche, possiamo essere tentati, quantunque secondo me a torto, a considerare la variabilità come un fatto necessariamente connesso colla riproduzione.
Gli autori che adottano quest'ultima opinione, non vorranno probabilmente ammettere, che ogni variazione distinta abbia la sua causa determinante propria. E tuttavia, quantunque non possiamo che raramente stabilire i rapporti di causa ed effetto, le considerazioni che noi andiamo presentando, sembrano indurci a conchiudere che ogni modificazione debba avere la propria causa distinta e non sia il risultato di cị che nella nostra ignoranza chiamiamo accidente. Il fatto seguente, che devo alla gentilezza del dott. William Ogle, mi sembra istruttivo. Due fanciulle gemelle e similissime sotto ogni rapporto avevano i mignoli di ciascuna mano torti; in ambedue il secondo piccolo molare della mascella superiore e della seconda dentizione era spostato, poichè invece di essere sulla linea degli altri usciva dal palato dietro il primo. Nessuno dei genitori, nè alcun altro membro della famiglia avea posseduto una tale particolarità; un figlio peṛ di una di queste donne ebbe il medesimo dente egualmente spostato. Ora, presentando ambedue le gemelle le medesime anomalie di conformazione, resta esclusa ogni idea d'accidente, e noi siamo obbligati ad ammettere che abbia agito una causa precisa e sufficiente, la quale, se cento volte si fosse presentata, avrebbe torte le dita e spostato il piccolo molare in cento figli.
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Ogle
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