Di tutte le cause determinanti la variabilità, la più possente fu probabilmente l'eccesso di nutrimento, di qualunque siasi natura. Questo modo di vedere, che A. Knight propugnava in quanto concerne le piante, è attualmente quello di Schleiden, sopratutto relativamente agli elementi inorganici del nutrimento(1623). Per procacciare maggior copia di nutrimento ad una pianta basta farla crescere separatamente, impedendo così alle altre di rubarle i suoi elementi nutritivi. Io restai spesso meravigliato del vigore con cui crescono le nostre piante selvaggie comuni quando si piantano isolate, quantunque in un terreno poco concimato. Far crescere le piante isolatamente è in effetto il primo passo verso la coltivazione. Contro l'opinione, che l'eccesso di nutrimento determini la variabilità, milita la seguente asserzione di un grande produttore di semi di tutte le qualità(1624): "È nostra regola invariabile di coltivare le piante in un suolo magro e non concimato, quando vogliamo conservare puro lo stipite d'una specie di grano; facciamo il contrario quando vogliamo ottenere delle grandi quantità, ma abbiamo spesso a pentircene".
Negli animali, come Bechstein l'ha fatto notare, la mancanza di moto sufficiente, ha forse esercitato, indipendentemente dall'effetto diretto risultante dal non-uso di organi particolari, una parte importante, come causa della variabilità. Noi intravediamo vagamente che, allorquando i fluidi organizzati e nutritivi non sono spesi per l'accrescimento e il ristabilimento dei tessuti, essi devono essere in eccesso, ed essendo l'accrescimento, la nutrizione e la riproduzione strettamente connessi, questa sovrabbondanza può modificare l'azione propria degli organi riproduttori e modificare quindi anche i caratteri della futura prole.
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