Si può obbiettare che lo eccesso di nutrizione o dei fluidi organizzati del corpo non porta necessariamente con sè la variabilità, poichè l'oca e i tacchini, quantunque abbondantemente nutriti da lungo tempo, non hanno variato che poco. I nostri alberi fruttiferi e le piante culinarie, che sono così variabili, sono coltivate da un'epoca remota, e quantunque ricevano probabilmente più nutrimento che allo stato di natura, hanno dovuto durante molte generazioni averne press'a poco una quantità eguale, e si potrebbe supporre che s'abbiano forse abituate a questo eccesso. In qualunque modo possa essere, io ritengo probabile l'opinione di Knight, che l'eccesso di nutrizione sia una delle cause più potenti della variabilità.
Le nostre piante coltivate, abbiano ricevuto o no un eccesso di nutrizione, tutte furono esposte a vari cambiamenti. Gli alberi fruttiferi furono innestati su differenti stipiti e coltivati in diversi terreni. I semi delle piante culinarie e dei cereali furono trasportati da un luogo all'altro, e nell'ultimo secolo le rotazioni delle nostre raccolte ed i concimi impiegati hanno notevolmente cangiato.
Leggere modificazioni nel trattamento bastano spesso a determinare la variabilità, la quale conclusione sembra risultare dal semplice fatto che i nostri animali domestici e le nostre piante coltivate hanno variato in tutti i tempi e dovunque. Semi presi dai nostri alberi fruttiferi comuni, seminati nello stesso clima in terreni poco concimati e non trovantisi del resto in condizioni artificiali, danno delle piante che variano assai, come si può vedere in ogni vivaio un po' considerecole.
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Knight
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