Pensiamo al caso citato da A. Knight di un prugno avente l'età di quarant'anni, della varietà gialla (Magnum bonum), antica varietà che fu per molto tempo propagata per innesto su diversi tronchi in Europa e nell'America del Nord, e sulla quale nacque tutto ad un tratto una unica gemma che produsse una varietà a frutti rossi. Nè dobbiamo dimenticare che delle varietà ed anche specie distinte, - come il pesco, il noce-pesco e gli albicocchi, certe rose e camelie, - quantunque allontanate da un immenso numero di generazioni dal comune ceppo e coltivate in condizioni molto diverse, hanno dato delle varietà molto analoghe per variazione di gemme. Se osserviamo questi fatti, non possiamo sfuggire alla convinzione che in simili casi la natura della variazione non possa dipendere che per poco dalle condizioni alle quali la pianta è stata esposta, come neppure può dipendere in special modo da caratteri individuali, ma bensì invece dalla natura generale e dalla costituzione ereditata da qualche progenitore dell'intero gruppo degli esseri affini cui la pianta appartiene. Ciò ci conduce a concludere che nella più parte dei casi le condizioni esterne non hanno nella loro azione, come causa delle modificazioni particolari, che una parte assai secondaria, simile a quella della scintilla quando accende una massa di combustibile, dipendendo la natura della fiamma dalla materia combustibile e non dalla scintilla(1729).
Ogni leggiera variazione deve senza dubbio avere la sua causa efficiente, ma non v'ha speranza di scoprirla, nell'istesso modo che riesce impossibile il dire la ragione per la quale un'infreddatura od un veleno attaccano un uomo in un modo ed un altro in modo diverso.
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