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      Che ciò sia ripetutamente avvenuto in natura, è dimostrato dalle molte gradazioni che esistono fra gli organi in istato perfetto e le loro semplici vestigia. Il Romanes,(1818) a quanto mi sembra, ha sparso molta luce su questo difficile problema. La sua opinione, per dirla con poche parole, è la seguente: Tutte le parti sono alquanto variabili e fluttuanti nella grandezza intorno ad un punto medio. Ora, se una parte ha già incominciato a decrescere per una causa qualsiasi, è assai improbabile che le variazioni sieno ugualmente grandi nel senso dell'aumento come in quello della diminuzione; imperocchè la preceduta diminuzione dimostra che le circostanze non furono favorevoli pel di lei sviluppo, mentre non havvi alcun ostacolo pelle variazioni nel senso opposto. Se così è, l'incrociamento lungamente continuato di molti individui dotati di un organo che oscilla in grado maggiore verso il decrescimento piuttosto che verso l'aumento, condurrà lentamente ma costantemente verso una diminuzione. - Quanto all'aborto completo ed assoluto di una parte, vi entra probabilmente un principio distinto, che io discuterò nel capitolo sulla pangenesi.
      Negli animali e nelle piante che stanno sotto il dominio dell'uomo non v'ha una lotta per l'esistenza severa e ricorrente, nè il principio dell'economia entra in azione, così che la riduzione di un organo non è in questa guisa agevolata. Invero questo caso è si lontano che v'hanno alcuni pochi esempi di organi i quali erano nelle specie genitrici allo stato di natura rudimentali, e ridivennero in parte bene sviluppati nei dipendenti domestici.


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Variazione degli animali e delle piante allo stato domestico
di Charles Darwin
Utet
1876 pagine 1426

   





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