Nei nostri buoi e montoni le corna stanno in stretto nesso colla grandezza del cranio e colla forma delle ossa frontali; così il Cline(1853) ha constatato che il cranio d'un ariete cornuto pesava cinque volte tanto che quello di un ariete inerme della stessa età. Quando i buoi diventano inermi, "le ossa frontali diminuiscono decisamente in larghezza verso l'indietro", e le cavità fra le lamine ossee "non sono così profonde, e non si stendono al di là dei frontali".(1854)
Sarà forse opportuno fermarsi qui alquanto, per osservare come gli effetti della variabilità correlativa, dell'aumentato uso delle parti, e dell'accumulazione per elezione naturale delle variazioni spontanee, possano in molti casi essere inestricabilmente commisti. Noi possiamo togliere una illustrazione da Herbert Spencer, il quale osserva che allorquando l'alce irlandese ottenne le sue gigantesche corna del peso di oltre cento libbre, altri cambiamenti, coordinati con quello, debbano essersi resi indispensabili nella sua conformazione, e cioè un cranio ingrossato per portare le corna; delle vertebre cervicali più forti con legamenti più robusti; delle vertebre dorsali allargate per sostenere il collo; degli arti anteriori potenti; e tutte queste parti fornite dei propri muscoli, vasi e nervi. Come hanno potuto aver luogo tutte queste modificazioni di struttura mirabilmente coordinate? Secondo la dottrina ch'io seguo, le corna dell'alce maschio si sono lentamente aumentate per elezione sessuale, cioè a dire per il filtro che i maschi meglio armati hanno trionfato su quelli che lo erano meno, ed hanno per conseguenza lasciato un numero maggiore di discendenti.
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Cline Herbert Spencer
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