Nei casi ordinari, tali parti sono del tutto formate dalla pianta madre. Noi vediamo dunque in questo caso che gli elementi formativi inclusi nell'elemento maschile o polline di una varietà possono modificare ed ibridizzare non solo la parte sulla quale eglino sono specialmente destinati ad agire, e cioè gli ovuli, ma anche i tessuti parzialmente sviluppati d'una varietà o specie distinta. Ciò ci conduce per metà verso un ibrido per innesto, nel quale gli elementi formativi inclusi nei tessuti di un individuo si combinano con quelli inclusi nei tessuti di una varietà o specie distinta, producendo così una forma nuova ed intermediaria, indipendentemente dagli organi sessuali maschili o femminili. Negli animali che non si riproducono finchè non sieno quasi maturi, e nei quali allora tutte le parti sono pienamente sviluppate, non sembra possibile che l'elemento maschile possa alterare direttamente la femmina. Ma noi abbiamo il caso analogo e ben constatato (come in quello del quagga e della cavalla di lord Morton), in cui l'elemento maschile d'una forma distinta ha agito sull'ovario della femmina, in modo che gli ovuli e i loro prodotti che essa ha poi partoriti, dopo essere stata fecondata da altri maschi, furono decisamente modificati e resi ibridi dal primo maschio. La spiegazione sarebbe semplice, se gli spermatozoi restassero vivi nel corpo della femmina durante il lungo intervallo che corre fra i due atti di impregnazione; ma nessuno supporrà che ciò sia possibile negli animali superiori.
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Morton
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