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      Noi abbiamo buone ragioni per ritenere che sono richieste parecchie gemmule allo sviluppo di una medesima unità o cellula; poichè non possiamo altrimenti comprendere l'insufficienza di un singolo od anco di due o tre grani pollinici o spermatozoi. Ma siano lontani dal sapere se le gemmule di tutte le unità sieno libere, e separate tra di loro, o se parecchie sieno fin da principio unite in piccoli aggregati. Una penna, per esempio, ha una struttura complessa, e siccome ciascuna parte separata è suscettibile di variazioni ereditarie, io concludo che ogni penna deve generare una grande quantità di gemmule; ma è possibile che queste sieno aggregate in una gemmula composta. La stessa osservazione puossi applicare ai petali d'un fiore, che sono spesso assai complicati, con ogni rilievo ed incavo disposto ad uno scopo speciale, così che ciascuna parte sarà stata separatamente modificata, e si saranno trasmesse le sue modificazioni. Di conseguenza, secondo la nostra ipotesi, gemmule separate devono essere state emesse da ciascuna cellula. Ma siccome noi scorgiamo alcune volte la metà di un'antera ed una porzione di filamento farsi petaliforme, o delle parti del calice assumere il colore e la tessitura della corolla, egli è probabile che nei petali le gemmule di ciascuna cellula non sieno punto riunite in una gemmula complessa, ma liberamente ed isolatamente disseminate. Perfino nel caso così semplice di una cellula perfetta, col suo contenuto protoplasmico, il nucleo, il nucleolo e le pareti, noi non sappiamo se o meno lo sviluppo dipenda da una gemmula composta derivata da ciascuna parte.


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Variazione degli animali e delle piante allo stato domestico
di Charles Darwin
Utet
1876 pagine 1426