(1946)
Dopo aver cercato di dimostrare che le supposizioni precedenti sono, fino ad un certo punto, appoggiate da fatti analoghi, esaminiamo ora fino a qual grado la nostra ipotesi può annodare insieme e condurre ad un unico punto di vista i diversi casi enumerati nella parte precedente. Tutte le forme di riproduzione passano gradatamente le une nelle altre, e concordano nei risultati; imperocchè è impossibile distinguere tra di loro gli organismi provenienti da gemme, da spontanea divisione o da semi fecondati, essendo essi soggetti ad uno stesso genere di variazioni, ed in eguale modo alla riversione; e, siccome, secondo la nostra ipotesi, tutte le forme di riproduzione dipendono da un'aggregazione di gemmule, derivanti da tutte le parti del corpo, noi possiamo comprendere questa concordanza generale. La partenogenesi non ha niente di più sorprendente, ed in realtà, se non sapessimo che l'unione di due individui distinti è seguìta da buoni effetti, il meraviglioso sarebbe che essa non si presenta più spesso. Secondo l'ordinaria teoria della riproduzione, la comparsa degli ibridi per innesto, e l'azione dell'elemento maschile sui tessuti della pianta madre, come anche sulla futura progenie degli animali femminili, sono grandi anomalie, che la nostra ipotesi rende intelligibili. Gli organi riproduttori non creano di fatto gli elementi sessuali; essi determinano solamente l'aggregazione e forse la moltiplicazione delle gemmule in un modo speciale. Questi organi però, unitamente alle loro parti accessorie, hanno delle alte funzioni a compiere; essi adattano uno degli elementi od entrambi ad una esistenza temporaria e indipendente e li preparano alla loro unione.
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