Come possiamo noi, colla nostra ipotesi, spiegare il fatto che le mutilazioni sono spesso esattamente ereditarie, se siano state seguite da malattie? La risposta è probabilmente questa, che tutte le gemmule di una parte mutilata od amputata sono gradatamente attratte alla superficie malata durante il processo di riparazione, e qui distrutte dall'azione morbosa.
Ora dobbiamo aggiungere alcune poche parole sul completo aborto degli organi. Allorquando in seguito ad una prolungata mancanza d'uso per un gran numero di generazioni, una parte si riduce nelle dimensioni, essa tende, come l'abbiamo già spiegato, a ridursi sempre più, in forza del principio dell'economia della crescenza; ma ciò non spiega punto la completa o quasi completa scomparsa d'una piccola papilla di tessuto cellulare rappresentante un pistillo, o d'un corpuscolo osseo microscopico rappresentante un dente. In alcuni casi di soppressione ancora incompleta, nei quali si vede, in forza dell'atavismo, ricomparire il rudimento d'una parte, bisogna ammettere, secondo il nostro modo di vedere, che delle gemmule disseminate, provenienti da detta parte, esistano ancora. Noi dobbiamo supporre che le cellule, in unione alle quali il rudimento si è sviluppato, falliscano nella loro affinità con tali gemmule, tranne i pochi casi di riversione. Ma nei casi di totale atrofia, le gemmule sono senza dubbio scomparse; cosa che non ha niente d'improbabile, imperocchè, quantunque ve ne possa essere una quantità immensa, disseminate in ciascun essere vivente, tanto attive che latenti, il loro numero deve essere tuttavia limitato; e sembra naturale che gemmule derivanti da un rudimento leggero ed inutile, sieno più soggette a perire che quelle emanate da altre parti trovartisi ancora in condizione di perfetta attività funzionale.
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