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      Nei primi tempi almeno un animale, che non fosse stato per l'uomo di un'utilità diretta, non avrebbe meritato la cura d'essere addomesticato. In seguito a ciò il numero degli animali domestici non è mai stato considerevole. Relativamente alle piante, io ho mostrato, al capitolo nono, come probabilmente sieno stati scoperti i vari usi, e quali abbiano dovuto essere i primi passi nella loro coltura. Allorchè l'uomo ha dapprima addomesticato un animale o coltivato una pianta, egli non poteva sapere se fossero riusciti o si moltiplicassero in altri paesi; simili considerazioni non hanno dunque potuto in nessun modo influenzare la sua scelta. Noi vediamo che l'adattamento limitato del renne e del camello a climi freddissimi e caldissimi non ha punto impedito la loro domesticazione. L'uomo ha ancor meno potuto prevedere, se questi animali e piante fossero per variare nel corso delle susseguenti generazioni, e dare così origine a nuove razze, e la poca variabilità, di cui hanno dato prova l'oca e l'asino, non ha impedito la loro domesticaziune in un'epoca remotissima.
      Meno pochissime eccezioni, tutti gli animali e le piante, che furono per molto tempo domesticati, hanno molto variato. Poco importa in quale clima ed a quale scopo fossero tenuti, o se servissero come nutrimento per l'uomo o per altri animali, per tirare o per uso di caccia, per dare indumenti o per capriccio. In tutti questi casi, gli animali e le piante domestiche hanno variato assai più delle forme naturali che si considerano come specie distinte.


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Variazione degli animali e delle piante allo stato domestico
di Charles Darwin
Utet
1876 pagine 1426