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      Gli allevatori non considerano volentieri il soggetto sotto un medesimo punto di vista; io ne conosco uno il quale, mentre sostiene che tutte le nostre razze di polli discendono da una mezza dozzina almeno di specie primitive, afferma che quell'argomento non ha nulla che fare coll'origine dei piccioni, delle anitre, dei conigli, dei cavalli o di altro animale. Essi non tengono nessun conto dell'improbabilità che molte specie sieno state addomesticate in un'epoca remotissima e barbara. Essi non considerano nemmeno l'improbabilità che abbiano potuto esistere allo stato naturale delle specie, le quali, mentre somigliano alle nostre razze domestiche attuali, sarebbero estremamente anormali, comparate con tutte le loro congeneri. E sostengono che alcune specie, che esistevano altra volta, sieno estinte o sconosciute, quantunque il mondo sia ora meglio esplorato. La supposizione di queste recenti estinzioni non è per essi una difficoltà, poichè non giudicano intorno alla loro probabilità dalla facilità o difficoltà d'estinzione d'altre forme selvaggie affini. Da ultimo, essi ignorano sovente le questioni della distribuzione geografica così completamente, come se le di lei leggi fossero un semplice risultato del caso.
      Quantunque per le ragioni precitate sia sovente difficile di giudicare esattamente dell'estensione dei cangiamenti che le nostre produzioni domestiche hanno potuto provare, noi possiamo però apprezzarli nel caso dove sappiamo che tutte le razze discendono da una specie unica, come quelle dei piccioni, dei conigli, delle anitre, e quasi certamente dei polli; e l'analogia può renderci, fino ad un certo punto, quest'apprezzamento possibile, nel caso di animali provenienti da più specie selvaggie.


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Variazione degli animali e delle piante allo stato domestico
di Charles Darwin
Utet
1876 pagine 1426