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      Una varietà o specie può, con ripetuti incrociamenti, assorbirne completamente un'altra. Esse trasmettono talvolta i loro nuovi caratteri con altrettanta costanza che le specie; e presso le une come presso le altre, le condizioni che determinano la variabilità e le leggi che la governano, sembrano essere le stesse. Si possono classificare le varietà domestiche in gruppi subordinati ad altri, come le specie in generi, e questi in famiglie ed ordini, e la classificazione può essere od artificiale, cioè fondata sopra caratteri arbitrari, oppure naturale. Per le varietà, una classificazione naturale deve essere certamente basata, e lo è, a quanto sembra, anche per le specie, sulla comunanza di discendenza, congiunta coll'estensione delle modificazioni che le forme hanno provato. I caratteri, pei quali le varietà domestiche differiscono fra loro, sono più variabili di quelli che distinguono le specie, però appena più che quelli di certe specie polimorfiche; ma questo grado maggiore di variabilità non è sorprendente, poichè le varietà sono state generalmente e recentemente esposte a condizioni d'esistenza fluttuanti, hanno dovuto essere più soggette all'incrociamento, e subiscono ancora attualmente delle modificazioni in seguito alla elezione inconscia o metodica che su di esse esercita l'uomo.
      In regola generale, le varietà domestiche differiscono certamente fra di loro in parti non meno importanti dell'organismo, che le specie, ed allorchè si presentano delle differenze importanti, esse sono raramente fisse, fatto che riesce intelligibile se si considera il metodo della elezione dell'uomo.


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Variazione degli animali e delle piante allo stato domestico
di Charles Darwin
Utet
1876 pagine 1426