E la continua accumulazione delle variazioni utili deve infallibilmente condurre a conformazioni così diverse, così ammirabilmente adattate a scopi diversi, e così perfettamente coordinate, come quelle che noi vediamo negli animali e nelle piante che ci circondano. Perciò io ho parlato della elezione come della potenza principale, sia applicata dall'uomo alla formazione delle sue razze domestiche, sia impiegata dalla natura alla produzione delle specie. Ricorrerò alla metafora adoperata in un capitolo precedente. Se un architetto costruisse un comodo e bell'edifizio senza impiegare pietre tagliate, ma scegliendo fra quelle rotolate al fondo di un precipizio le cuneiformi per le arcate, le più lunghe per le colonne, e le piatte pel tetto, noi ammireremmo la sua abilità e lo riguarderemmo come la potenza principale. Ora, i frammenti di roccia, quantunque indispensabili all'architetto, sono relativamente alla costruzione da lui fatta, nello stesso rapporto come le variazioni fluttuanti di ogni essere organizzato alle conformazioni variate ed ammirabili che hanno ulteriormente acquistato i suoi discendenti modificati.
Alcuni autori hanno dichiarato che la elezione naturale non spiegherebbe nulla, fino a che non sia chiarita la causa precisa di ogni individuale differenza. Se si spiegasse ad un selvaggio, il quale ignorasse totalmente l'arte dell'edificare, come l'edifizio sia stato elevato pietra per pietra, e perchè si siano impiegati per le arcate i frammenti di forma conica, e pel tetto le pietre piatte, ecc., e se si mostrasse a lui l'utilità di ogni parte e quella della costruzione nel suo complesso, sarebbe irragionevole per parte sua il dire, che nulla gli si sia spiegato, perchè non si può indicargli la causa precisa della forma di ogni frammento.
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