Non di meno, essendo diventato diffidente di tutti, dopo che aveva il segreto di quella passione nel cuore, il segretario si mise a origliare all'uscío, col sospetto che parlassero di lui. Si tranquillò un poco udendo che il direttore discorreva, secondo la sua consuetudine, delle grandi e delicate difficoltà della propria carica, per ciò che riguardava le maestre.
- Lei capisce, - diceva con voce asmatica e lenta, - vanno a dar lezioni in famiglie nobili, hanno conoscenze fra i deputati e i senatori, alcune sono anche in relazione con alti funzionari del Ministero. Bisogna andare adagio. Qualche volta son perfino appoggiate dalla casa di Sua Maestà. Si fa presto a sollevare un vespaio. È una carica, lei lo sa, che richiede un tatto, una delicatezza... che pochi hanno. Si tratta di mandare avanti una famiglia da duecento cinquanta a trecento fra signorine giovani e mature, maritate e vedove, provenienti da tutte le classi sociali, e con loro, un corpo di direttrici che... sarebbe più comodo aver da fare con le trenta principesse di casa Hohenzollern. S'immagini i pensieri che mi dànno fra amori, malattie, matrimoni, lune di miele, esami, puerperi, rivalità, contrasti con superiori e parenti... Creda che, alle volte, io darei del capo nel muro.
E andava avanti cosí, sulle generali. Il segretario, rassicurato del tutto, si trasse in disparte ad aspettare. Uscíto appena il direttore, entrò dallo zio, ch'era ancora seduto sulla poltrona, ravvolto nella veste da camera, coi suoi gravi e dolci occhi azzurri fissi alla vôlta, come assorto in contemplazioni celesti, e resogli conto del suo operato, gli mise sul tavolino i biglietti di banca.
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Ministero Sua Maestà Hohenzollern
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