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      Era il tipo che aveva accarezzato nei suoi sogni ardenti di seminarista, la figura che aveva vagheggiato confusamente per tutto il corso della sua calda gioventù castigata. La prima volta che era salito in casa sua a prender da lei la pigione anticipata del trimestre, non gli era riuscito di contare i biglietti da cinque ch'essa gli aveva messo in fila sul cassettone. Da quel giorno la sua passione era andata crescendo a vampate. E appena egli ebbe compreso, dal contegno di lei, il suo carattere vigoroso e calmo, repugnante a ogni civetteria, che quasi non le lasciava avvertire l'impressione prodotta dalla propria persona, e non dava speranza alcuna né di leggerezze né di capricci, il pensiero di lui andò diritto e risoluto al matrimonio, come all'unico modo possibile di conseguire la soddisfazione dei suoi desideri. Non ostante il suo ardore, per altro, egli prevedeva le difficoltà che avrebbe ragionevolmente opposto lo zio al suo matrimonio con una maestra sola e senza fortuna; ma a sperare che il no non sarebbe stato assoluto lo confortava in parte il fatto d'una passione singolare di cui pareva acceso il commendatore, la sola ch'ei gli conoscesse: uno spirito attivissimo di propaganda in favore della ginnastica educativa, ch'egli aveva promosso in tutti i modi durante il suo breve vice-assessorato dell'istruzione; dalla qual propaganda s'era poi sdato, ma serbando una viva e costante simpatia per tutti gli spettacoli ginnastici di scuole, collegi, istituti, accademie ed esami, di cui non perdeva uno solo, essendo invitato a tutti come uno dei primi e più benemeriti fondatori della Palestra di Torino.


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Amore e ginnastica
di Edmondo De Amicis
pagine 133

   





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