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      alle sue spalle stupende per sollevarlo fino al suo viso. Non era forse neppur riuscito a farle indovinare la propria passione, tanto era tranquilla e sempre uguale la disinvoltura di giovanotto con la quale essa lo salutava e gli parlava. E cosķ egli viveva ruminando il suo amore, aggiungendo ogni giorno l'eccitamento d'una nuova immagine a una interminabile collezione di atteggiamenti, di suoni della voce, di mosse, di guizzi della persona, ch'egli aveva in capo e che passava a rassegna di continuo, meditandoli ad uno ad uno e assaporandoli con una voluttą e con un tormento crescenti, che non gli davan pił pace. Finalmente, non ci potendo pił reggere, aveva scritto la lettera.
      La casa si prestava ai maneggi e ai segreti d'una passione amorosa. Era una delle pił vecchie case di Torino, un antico convento, dicevano: senza soffitte, senza terrazzini sul cortile, con due sole scale mal rischiarate: su ciascuna delle quali non eran che sei quartieri, la pił parte assai piccoli, e abitati tutti da gente tranquilla. Sulla scala del padron di casa, al primo piano, abitava l'ingegner Ginoni, con la sua famiglia, con la quale la Pedani era in relazione per essere stata maestra elementare d'una delle figliuole, che allora era alunna della scuola Margherita. Stavano sullo stesso piano due vecchie sorelle agiate, tutte di chiesa, scrupolose a segno che non alzavan mai gli occhi in viso ad un uomo, e buonissime in fondo; le quali avevan da prima salutato la Pedani cortesemente e poi smesso di salutarla, dopo che per via delle persone di servizio avevan saputo che essa frequentava un corso di anatomia e fisiologia applicate alla ginnastica, fatto dal dottor Gamba.


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Amore e ginnastica
di Edmondo De Amicis
pagine 133

   





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