E poi, vedete a che cosa deve ricorrere un maestro di ginnastica!
E cavò di tasca un foglio, sul quale da un professore di matematica di Chieri s'era fatto cercare per mezzo di formole algebriche il numero dei cambiamenti di posizione nell'esercizio delle bacchette.
Questa era la sua grande smania, di render la ginnastica quanto più possibile complessa e difficile, non solo nel concetto altrui, ma nel proprio. Non aveva, come la Pedani, alcun ideale del bene dell'umanità: adorava la sua scienza per le soddisfazioni che vi trovava e vi sperava il suo orgoglio. Oltre che a Chieri, insegnava al liceo e alla scuola tecnica di Carmagnola, a un ginnasio e a un liceo di Torino, agli Artigianelli e alla Società di ginnastica, e da per tutto s'adoperava a inculcare la sua idea, La prima nazione del mondo, aveva detto un grande uomo, sarà quella che avrà più salute, ossia, quella che farà più ginnastica. A questa scienza, dunque, soggiungeva lui, dovevano convergere tutti gli sforzi dei grandi ingegni, dei governi, della società intera; questa doveva esser messa in cima a tutte le scienze, e la classe dei maestri di ginnastica diventar l'aristocrazia della nazione, E intanto cercava la celebrità per tutte le vie, covando molte e diverse ambizioni; delle quali era principalissima quella d'inventare un attrezzo e di dargli il proprio nome.
E ricascò addosso al ballerino, rimproverandosi di aver profanato, a proposito del ballo, il nome di ginnastica, come lo profanavano le compagnie acrobatiche che s'appropriavano l'aggettivo; e si scagliò contro il governo che, non ostante le istanze del secondo congresso della federazione, s'ostinava a non voler proibire ai saltimbanchi di vituperare la scienza, Già, a tutto si sarebbe riparato adottando, com'egli aveva proposto, la denominazione più nobile e più logica di "istruzione fisica". Poi domandò bruscamente, alla Baumann: - Che novità?
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