- Abbasso Baumamn! - disse infine, per dir qualche cosa,
Ma quando le toccavano il Baumann, la Pedani non ammetteva celie. Saltò su. Il Baumann era benemerito del paese, era il fondatore d'una nuova ginnastica che avrebbe dato immensi frutti, un grande ingegno, un gran dotto, un creatore di caratteri. Essa l'aveva conosciuto al Congresso: era una figura di uomo predestinato a grandi cose: vicino alla sessantina, pareva un giovane; aveva una fronte superba, il gesto fulmineo, la parola scultoria, un'eloquenza dominatrice di soldato e d'apostolo. Il Baumann, datigli i mezzi, avrebbe rifatto una nazione. Non foss'altro che per la riforma che voleva fare della ginnastica femminile, le donne d'Italia gli avrebbero dovuto innalzare una statua.
L'ingegnere fece insieme una piruletta e un frullo con una mano. La signora Ginoni prese allora la parola, con la sua voce indolente: - Eppure, cara maestra, la ginnastica, per le ragazze, ha anche i suoi inconvenienti. I maestri di ballo osservano che toglie la grazia e abitua a movimenti scomposti. Cosí i maestri di pianoforte dicono che, quando tornan dalla palestra, le signorine non san più sonare. Anche i professori di disegno si lamentano.
- È gelosia di mestiere, - rispose la maestra; - lo creda, signora. È impossibile che faccia danno al ballo o a qualunque arte l'esercizio ginnastico, poiché per effetto appunto di quest'esercizio la sinovia si versa più abbondante nelle articolazioni mobili delle ossa e rende tutti i movimenti più facili e più liberi.
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