- Come? - domandò la Pedani. - Non va forse a tutti i saggi di ginnastica che si dànno, dal primo all'ultimo, alla Palestra, a scuole, a istituti?... La sua approvazione vuol dir molto. Non mi potrà negare la serietà del commendator Celzani.
- Io non la nego; tutt'altro! - rispose il Ginoni con brio; - tanto più che è mio buon amico. Anzi, dico che è una delle più venerande canizie di Torino. Soltanto... - e qui guardò furtivamente le bimbe grattandosi il mento, come se cercasse un modo di spiegarsi senza farsi capire da loro. Ma le bimbe, occupate a spartirsi i confetti, non gli badavano. - Soltanto... - riprese, il suo culto per la ginnastica è troppo parziale. Veda un po' s'egli si cura più che tanto della ginnastica maschile. E poi, dà troppo più importanza alla seconda età che alla prima. Però, è ammirabile la puntualità con cui va a quegli spettacoli e l'attenzione che vi presta. Egli ci trova proprio degli alti godimenti... intellettuali. E n'esce tutto grave, coi suoi dolci occhi azzurri socchiusi, immerso in profondi pensieri. Ah! se si potessero scrivere! Io lo conosco. E non è il solo. Egli è un tipo. La ginnastica femminile è stata un ritrovato impareggiabile per questi signori, una vera consolazione della loro vecchiaia, una sorgente di delicatissime delizie cerebrali, di cui noi profani possiamo farci appena una lontanissima idea. Il commendator Celzani non ha che vedere con la ginnastica scientifica, lo creda a me. Citi delle altre autorità, signorina.
- Un giorno citerò lei, - rispose la maestra, per tagliare quel discorso, - perché io la persuaderò e lei si farà iscrivere alla Palestra.
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