Ma un'ora dopo i sospetti rinacquero, e lo riprese l'affanno di prima.
Ma intervenne un fatto, in quei giorni, che lo spinse a una risoluzione improvvisa.
Incontrato una mattina il maestro Fassi, questi gli disse ex abrupto, come continuando un discorso avviato: - Quella Pedani, che spartana! Ho visto dal mio camerino: ci ha là una povera diavola che va a imparare i passi ritmici, e lei le fa lezione con tanto di finestra spalancata, con questa grazia di temperatura! È una sua idea fissa, che bisogna far la ginnastica all'aria viva.
Il segretario fece tra sé un ragionamento rapidissimo: se dal camerino del maestro si vedeva nella camera della Pedani, tanto meglio vi si doveva vedere dall'abbaino del soppalco, posto sopra la finestra del camerino. Appena fu solo, rientrò in fretta in casa, prese la chiave del soppalco, salí a lunghi passi le scale, aperse l'uscio, s'avanzò curvo sotto alle travi basse del tetto, in mezzo alle legna, ai rottami di mobili, ai mucchi di formelle, andò fino all'abbaino, s'arrampicò e si distese quant'era lungo sopra una catasta di fascinotti, sporse il viso nel vuoto, e mise un'esclamazione di piacere. La finestra della camera, che restava nell'altro muro della casa, era spalancata; la Pedani stava col fianco verso la finestra, volta di fronte all'alunna; che non si vedeva. La sua voce sonora di contralto arrivava distintissima fin sul tetto.
- Ma no, - diceva, - in questo modo lei non mi fa il mezzo passo semplice saltellando; mi fa un lungo passo saltellato.
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Fassi Pedani Pedani Pedani
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