Inteso tutto, si mise le due mani sugli occhi, e stette un po' raccolto in quel modo, come ricercando i connotati fisici e morali della signorina in mezzo a quel piccolo esercito femminile ch'egli portava quasi effigiato viso per viso nella sua memoria lucidissima.
- Eh diamine! - esclamò a un tratto, scoprendo il viso, stupito di non aver ritrovato subito una figura cosí originale; e squadrò con uno sguardo lento il segretario, come per raffrontare la sua persona con quella di lei. Poi si grattò leggermente la punta del naso con la punta dell'indice. E disse, inchinando un po'il capo: - Mi rallegro... - Ma troppo tardi: don Celzani aveva capito il risultato del raffronto. Non ne fu punto, per altro, e stette aspettando con ansietà.
- Dunque, - cominciò a dire, col fiato corto, il direttore, prendendo sul tavolino un foglietto di carta, che si mise poi a piegare e a ripiegare, senza guardare il segretario, - lei vorrebbe delle informazioni, com'è naturale.... di ordine, come suol dirsi, privato. Ma... non è cosí facile di dargliene, come lei suppone. Pensi un po', con cinquecento insegnanti..., come si fa a sapere... E poi, un monte di cose per la testa, di sopraccapi, di noie. Giusto, abbiamo un inverno dei più disgraziati, un visibilio d'assenze in tutte le sezioni... Si direbbe che tutte le maestre maritate si son date la parola per accrescere la popolazione in questo mese. Queste benedette famiglie d'insegnanti... quando è malata la maestra, manca anche il maestro, quando è malato il marito, manca la moglie, quando è malato il bimbo, mancano tutti e due.
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Celzani
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