E non dico del resto, dei lamenti senza fine che ci piovono dalle famiglie, per una votazione ingiusta, per un rimprovero non meritato, per la scuola troppo fredda o troppo calda, per le tossi, per gli orecchioni, per le malattie d'occhi. E poi, signore offese per una parola, maestre che si credon perseguitate, direttrici... queste benedette direttrici, che son come le madri badesse dei tempi andati... E aggiunga un ginepraio di questioni per ogni esame di concorso, per ogni trasferimento, per ogni distinzione, per ogni castigo... Immagini le difficoltà, mio caro signore, immagini la delicatezza, immagini il tatto che ci vuole.
E fece punto con un sospirone.
- Signor cavaliere, - osservò timidamente il segretario, - le informazioni...
- Vengo alle informazioni, - riprese il direttore. - Certo, sarebbe molto più facile dare informazioni d'un maestro. In questo caso non si tratta che di dire: è un galantuomo o no, è monarchico o è repubblicano, ha o non ha debiti, beve o non beve. Io li ho tutti in mente, domandi pure... Ma come si fa per le maestre? Come si fa? È una cosa complessa, è un argomento... spinoso. Oltreché, anche sapendo, bisogna andare guardinghi. Hanno dei padri, hanno dei fratelli, hanno delle relazioni. Alle volte uno ha compiuto un atto di giustizia, e due giorni dopo trova a una cantonata uno sconosciuto con tanto di barba, che gli pianta due occhiacci in viso... mulinando un randello. C'è anche il risico di qualche brutto tiro. Noti pure che per nulla ricorrono ai giornali.
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